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BIOGRAFIA

Gemma nasce in Lucania, terra  mitica, lontana dalle mete turistiche, terra di storia e di storie antiche, che ha mantenuto un sapore naturale,  Chi ci va o ci torna, ci ritorna, ammaliato dai suoi panorami, la sua terra aspra ed incredibilmente verde e lussureggiante. Piccolissima è tornata nelle Marche, nella campagna marchigiana. Figlia di contadini ha galoppato con le sorelline su prati, inventandosi corse ed equilibrismi sulle zolle, si è arrampicata sugli alberi, ha ascoltato le voci della civetta, paurosa nella notte buia, la notte in cui non si accendevano  luci, che le candele erano difficili da accendere per le piccole mani di una bimba impaurita. Allora Gemma si accostava alla nonna sul pagliericcio di foglie di granturco, che avevano “scanafoiato”, e ne avevano conservato con cura le foglie più leggere e belle per quel pagliericcio, e chiudeva gli occhi per non sentire lo strido acuto dell’uccello notturno, rincuorata dal calore della nonna ….Era Il tempo in cui le piante di albicocche profumavano da lontano, ed i fichi si adagiavano generosi nei cesti,  tre fichi un chilo, non ne ho visti più di cosi grossi, buoni e dolci.  Un tempo lontano,  non ho gli anni  di Matusalemme … ma gli ultimi anni hanno galoppato volando sui giorni   come non è mai successo nella storia moltiplicando gli spazi e le lontananze tra la natura e tutto ciò che ci è vicino nella vita di oggi, anche i giochi dei bimbi di allora sono ormai lontani.  I  panorami, le stagioni, e il trascorrere del tempo  di allora ci è oggi quasi sconosciuto.

 

Ma Gemma ha mantenuto sempre vivo l’incontro con la terra, anche quando ha incontrato il teatro, il suo scenario preferito è stato, e rimasto, la scena naturale. Intanto Gemma studiava, le sudate carte, tra il camino, dove la nonna mescolava la polenta, e le diceva “Scansate che devo mette su”, e le voci delle sorelle … tutte fatalmente più piccole. Eravamo in cinque, ed io ero un po’ la loro maestra. Responsabile e responsabilizzata, nel ruolo fin da piccola, mi sono specializzata, poi sono diventata maestra. Per quasi 40 anni ho insegnato ed appreso io dai bambini, che i bambini ti insegnano a vivere e a rivivere con la vivacità delle loro vite a  riassaporare le cose, con la freschezza delle loro prime volte.

Ho frequentato l’Università da “grande”, Laureata in Sociologia negli anni ottanta, quando “Sociologia” era il luogo delle grandi utopie e dei grandi discorsi e progetti nel sociale, ad Urbino, “dove frequentavo il corso estivo di studi, con mio figlio in  tenera età, che si estasiava di fronte ai banconi del self service della mensa universitaria, ed era uno dei clienti più esigenti, felice di poter scegliere una cosa da mangiare, che la vedeva già cotta ed appetibile proprio come la voleva lui.

Intanto studiavo teatro, una passione che discende direttamente dai giochi inventati della prima fanciullezza, quando oggetti di scena, e referenti  primi di un’umanità tutta immaginata erano le bambole con la testa di pezza ed il corpo di “breghe de canna”, che nonna generosamente ci confezionava, e poi ci nascondeva quando non ne poteva più di trovarsele tra i piedi nelle sue faticose giornate attorno la tavola, e nei cameroni della nostra casa di campagna. Con le bambole e le sorelle approntavano la scena teatrale, ed inventavamo storie. La sceneggiatura … anche la “prova del giro della fratta”,quando facevamo in solitaria il giro della siepe che circondava casa, di notte,  e al ritorno raccontavamo con i particolari più fantasiosi, dettati anche dalla paura, e dalla voglia di far colpo sull’auditorio,  l’incontro con i fantasmi, i mostri, e riempivamo di scenari fantasiosi gli spazi senza confine del buio della notte.

 

A Chiaravalle, in provincia di Ancona,negli anni novanta,  il  Teatro Ricerche, il Teatro Popolare d’Arte ed il Comune di Chiaravalle aprirono una scuola di teatro di durata triennale, il C.E.T. (Centro di Educazione Teatrale) La sapienza dei maestri  che si avvicendavano nella docenza ha coltivato in me la cura e l’impegno che richiede il teatro, il luogo dove il gioco della finzione diventa più vero della vita stessa. Quando buttiamo via le maschere che ci servono nella vita, le belle figure, i perbenismi, il ‘devo fare così se no…. ‘quando sulla scena ti puoi permettere quello che non ti puoi permettere negli incontri di tutti i giorni …

Con il CET ho iniziato un iter di approfondimenti, e di impegno, poi   con altre compagne di avventura incontrate in quell’occasione abbiamo fondato l’Associazione Culturale  “L’Acchiappasogni”.  Tra il 2000 ed il 2006 abbiamo attivato una Scuola di Clown a Falconara, diretta da Andrea Bartola, ed indetto tanti corsi sul clown, sulla maschera, il buffone, il teatro fisico, la voce. Mi sono confrontata con tanti maestri di Teatro : Renata Palminiello, Loredana Perissinotto, Giles Smith, Gary Brackett,  Luigi Moretti , Philip Radice, Jan Algie, Lars Gregersen, Patrizia Marcheselli, Matteo Destro. Sono stata  referente ed organizzatrice  dei progetti di Teatro “Terra Terra” in sinergia con  regista Giovanni Zurzolo con il quale intrattengo un sodalizio da lunghi anni”.

 

Sono attrice ed organizzatrice dell’Associazione “I Trucioli”(dal 2002), e responsabile di Progetto, del “Teatro Selvatico” ,  Visite teatrali per le Scuole e degli Eventi teatrali alla Selva di Gallignano, Centro Orto Botanico,  in collaborazione con la Politecnica delle Marche (Facoltà di Agraria) e l’Accademia delle Erbe Spontanee: un teatro d’ambiente che lega l’apprendimento delle nozioni e dei  dati informativi  alle emozioni e al divertimento, in un percorso di "integrazione tra arte e natura" come nuova modalità di scoperta degli ambienti naturali",

Sempre con il maestro e regista G.Zurzolo intrattengo un percorso di confronto sul Teatro Selvatico e la regia del Teatro degli Ambienti Naturali. Con Michele Pirani sto facendo un percorso di studio sull’emissione vocale.

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